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lunedì 14 novembre 2016

Step 06 - Il malva chiaro nella scienza

La luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza: ad ogni onda corrisponde un colore. L’ occhio umano percepisce solo una minima parte delle onde luminose esistenti in natura; a questa corrisponde uno spettro di sette colori, tra i quali c’è un vicino parente del malva chiaro, il violetto. Gli altri sei sono il rosso, l'arancio, il giallo, il verde, l'azzurro, e  l'indaco. La prima teoria sulla loro origine fu formulata nel 1672 dal fisico inglese Isaac Newton, il quale dimostrò che la luce, che vediamo bianca, è in realtà composta da questi sette colori dello spettro solare e che il bianco è la somma di quei colori, mentre il nero è assenza di colore. Per giungere a questa conclusione fece un esperimento: fece passare un raggio di luce attraverso un prisma di cristallo, proiettando la luce che ne fuoriusciva su uno schermo bianco. Il raggio si scompose così nei sette colori dell'arcobaleno, in una sequenza che egli definì “spettro della luce”.



Alla lunghezza d'onda minore corrisponde la gamma cromatica del blu-violetto, alla lunghezza d'onda maggiore corrisponde invece la gamma dei rossi.
Il malva chiaro ha una lunghezza d’ onda approssimativa di 620 nm, e definisce il limite tra lo spettro di luce visibile, e quello invisibile costituito dai raggi ultravioletti. Il nome ultravioletto infatti significa "oltre il violetto" (dal latino ultra, "oltre"), perché il violetto è l'ultimo colore ad alta frequenza visibile dello spettro percepito dall'uomo, cioè quello con la lunghezza d'onda più corta.

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