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martedì 10 gennaio 2017

Step 20 - Il malva chiaro nella moda

Il 12 Febbraio 1951 una sfilata organizzata da Giovanni Battista Giorgini entusiasma giornalisti e buyer americani: è la nascita della moda italiana.     Sulla passerella sfilarono creazioni sartoriali esclusivamente italiane di alcune fra le più importanti case di moda fiorentine, milanesi e romane, che accettarono di presentare i loro modelli in una sfilata collettiva.        
Fu in realtà un espediente pensato per incuriosire i compratori americani. Giovanni Battista Giorgini nel periodo fra le guerre si era dedicato all’attività di rappresentante dei prodotti dell’artigianato toscano che aveva commercializzato negli Stati Uniti, acquisendo una conoscenza molto approfondita del mercato e dei gusti americani. Sapeva che la produzione delle case di moda italiane, dall’alta sartoria ai modelli boutique, dalle creazioni per lo sport a quelle per il tempo libero, aveva tutte le carte in regola per soddisfare le esigenze di quel mercato.
Il decennio si concluse ribadendo la centralità della capitale: a Roma nel 1958 fu fondata la Camera sindacale della Moda italiana e, sempre a Roma, nel 1959 Valentino aprì la propria casa di moda.
Successivamente la moda italiana consolidò la propria fama internazionale grazie sia alle iniziative di firme ormai note che alle idee di giovani talenti creativi. Tra le prime sono da annoverare le sorelle Fendi, Mariuccia Mandelli (Krizia), Ottavio e Rosita Missoni.
Tuttavia la grande novità degli anni successivi è rappresentata dall’ affermazione dell’industria dell’abbigliamento confezionato in serie, e quindi tutte le imprese che producevano abbigliamento si moltiplicarono e realizzarono ingenti investimenti in capitale fisso, marketing e distribuzione.

Ma fu solo negli anni ’80 che l’ Italia, in particolare Milano si affermò come una delle principali capitali internazionali della moda grazie a stilisti con spiccate doti imprenditoriali e manageriali del calibro di Albini, Gianni Versace o Giorgio Armani.


Quest’ ultimo è considerato al giorno d’ oggi un rivoluzionario del design e della moda. Tra le sue tante collezioni recentemente ha mandato in scena a Parigi una collezione d'alta moda dedicata a un solo colore, il malva, e pensata per sviluppare la sua nuova ossessione, il concetto di normalità eccezionale.


"Ho sempre amato vestire le persone con un solo colore", racconta lo stilista a pochi minuti dalla sfilata di Armani Privé. "Ieri era il caso del grigio, del blu, del greige. Oggi è la volta del malva. È un tono idilliaco, dolce, che sta bene quasi a tutte. Ha un'aria rassicurante e allo stesso tempo molto ricercata". In pedana arrivano così una serie di look illuminati solo e soltanto da questa sfumatura, divagazioni per sfumature impercettibili dello stesso tono.

Ciò che caratterizza la nuova collezione Armani Privé è anche la grande attenzione dedicata ai ricami. Pastiglie, baguettes, perline, paillettes montate a intarsio: abiti gonne e persino blouson e parka riportano cascate di decori ricamati, onde di luce che aiutano la leggerezza degli abiti ad arricchirsi di consistenza. "Mi piace l'idea di dare corpo alla leggerezza. Questa è l'altra idea alla base della mia nuova haute couture: vestire il corpo come ci fosse una nuvola al posto del tessuto. Sete, chiffon e persino le creazioni più pesanti vogliono diventare impalpabili e aeree, qualità che da sempre apprezzo nell'eleganza femminile".

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